AMBIENTE NELLA LOTTA AGLI INCENDI LA FORESTALE SCHIERA ANCHE QUATTRO DONNE PILOTA

Volare è la passione della sua vita. Il volo e il servizio le hanno fatto incontrare anche l'anima gemella, Massimo, elicotterista dei Vigili del fuoco.
«Abbiamo due ore di autonomia carburante…», la voce "grintosa" del sovrintendente Evelina Cornelii, pilota del Corpo forestale dello Stato dal 1994, spicca tra quelle dei suoi colleghi. La squadra di turno si prepara a un intervento antincendio. Dal Centro operativo aeromobile (Coa) è appena arrivato l’allerta al Reparto elicotteristi di Pescara, comandato da Mario Candellaro, vicequestore aggiunto pilota. Si tratta di un focolaio d’incendio da spegnere al più presto. Adrenalina a mille, controllo della scheda di intervento, una rapida consultazione della cartina aeronautica per pianificare tempo e percorso, poi di corsa a bordo dell’elicottero sul piazzale dell’aeroporto. La benna viene sistemata nell’abitacolo.
Evelina, minuta e agile, il casco già allacciato, chiude dietro di sé il pesante portellone bianco e rosso. Volare è la passione della sua vita: «Da bambina restavo letteralmente incantata a guardare i paracadutisti che si libravano nell’aria». Concentrata, lo sguardo sugli strumenti di bordo, sistema la ricetrasmittente e la cuffia. E si rituffa nei ricordi: «Per anni ho fatto paracadutismo, poi mi sono appassionata anche agli aerei. Frequentando l’ambiente aeronautico, qui a Pescara, ho preso il brevetto sia di pilota che di elicotterista».
Le quattro della pattuglia "rosa"
«Avevo già il brevetto quando sono entrata nel Corpo forestale», continua Evelina, «ma ho dovuto seguire un corso dell’Aeronautica militare, e poi un altro di quattro anni per pilotare gli elicotteri al Nucleo volo di Frosinone». «Ciclico e collettivo azionati!», annuncia il copilota, l’ispettore superiore scelto, Donato Gentile. Arriva l’o.k. per il decollo. Nonostante le cuffie, il rumore del rotore è assordante. Si vola… «I piloti sono sempre due», spiega Evelina: «A parità di esperienza ci si può alternare all’interno della stessa missione». L’equipaggio degli interventi antincendio è rigorosamente composto dai piloti e da due specialisti.
Pilotare elicotteri richiede competenze specifiche e un addestramento mirato e continuo. «È vero, sono stata la prima donna elicotterista», dice con un pizzico d’orgoglio Evelina, «ma è bello sapere che adesso ce ne sono altre tre». «Il Corpo forestale», continua Evelina, «mi ha permesso di coniugare una forte vocazione ambientalista con la mia passione di sempre per il volo». E il volo e il servizio le hanno fatto incontrare anche l’anima gemella. «Ero già un pilota quando ci siamo incontrati», gli occhi nocciola, sempre seri, adesso le brillano. «Massimo era elicotterista nei Vigili del fuoco quando ci siamo incontrati. Io di Pescara, lui di Como, che dire… è scoccata la scintilla!».
Nonostante i pericoli e i ritmi di questo lavoro, Evelina riesce a gestire bene vita privata e lavoro. Il marito adesso è istruttore di volo all’Augusta, lei è di base a Pescara: su e giù dall’elicottero, armeggia ai fornelli, fa trekking, scalate e si coccola il marito. Una vita non proprio comune, ma va bene così. «In fondo, non è difficile. Quando non ci sono emergenze, l’orario di lavoro va dalle sei del mattino alle ventitré, diviso su due turni».
Con un camoscio a bordo
Il numero di interventi a cui la Cornelii ha partecipato, tra protezione civile, campagne antincendio, monitoraggio ambientale, azioni di polizia giudiziaria e di prevenzione e tutela delle specie a rischio, supera di gran lunga il migliaio. «Nell’agosto 2004, insieme abbiamo trasportato in elicottero dalla Maiella al Parco d’Abruzzo un piccolo camoscio, per favorire il ripopolamento della specie nella zona», ricorda l’ispettore Gentile. E questa vocazione, assieme a una spiccata propensione per l’azione, che condivide con i suoi colleghi, è il punto forte di Evelina.
«L’operazione più difficile che ricordo risale al 2000. È stato un intervento di soccorso a tre escursionisti imprudenti sui monti della Laga», aggiunge Evelina. «Il Meteo aveva annunciato la tempesta di neve, ma loro non hanno ascoltato le previsioni. Abbiamo dovuto aspettare due giorni perché smettesse di nevicare, non credevamo più di riuscire a recuperarli».
Ma è soprattutto d’estate che le emergenze si moltiplicano. «A esclusione di qualche intervento sulle Dolomiti, tra novembre e aprile, gli interventi antincendio si concentrano nel periodo estivo»: 650 quelli operati dalla Forestale nel solo 2007.
Evelina indica al copilota un piccolo spiazzo per atterrare: «Ora, attaccheremo la benna al gancio». Dopo il montaggio, gli specialisti restano a terra, mentre l’elicottero riparte verso un bacino artificiale poco lontano, per rifornirsi d’acqua.
Tutto o.k., si torna alla base
Il cavo d’acciaio è teso come una corda di violino. La concentrazione è massima. Il recipiente è stracolmo. Con cautela, l’elicottero riprende quota per raggiungere la zona d’intervento. Il focolaio è sotto controllo, ma il maestrale alimenta le fiamme.
L’elicottero si avvicina all’incendio e sgancia il suo carico d’acqua per attenuare le fiamme. Poi, riparte veloce per ripetere l’operazione. Dopo poco più di mezzora il focolaio è spento: continueranno il lavoro le squadre a terra.
Al ritorno, il rumore del rotore è come una melodia, i visi sono distesi, le miglia corrono. I radar, la pista di atterraggio, le luci, l’hangar si avvicinano. È come una festa. I meccanici e gli uomini di manovra si affollano intorno. Tutti escono, Evelina si trattiene a bordo a controllare chissà cosa.
Forse, come tutti i piloti, sta solo ascoltando il suono e le emozioni del volo che la attraversano ancora. Esce per raggiungere i colleghi che già la chiamano, toglie il casco e ricambia quei sorrisi. Se li è proprio guadagnati.
Rosa Gaimari (in famiglia cristiana 3 agosto 2008)

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